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Il movimento del presente volume vuole liberare la parola/Parola dalla scrittura/Scrittura, darle spazio tramite l’ermeneutica e mostrare la sua possibile reinscrizione in un nuovo corpo, quello vivo di chi la riceve e/o della comunità in cui vive. In una prospettiva interdisciplinare, la teologia e la liturgia non possono non sentire la critica che viene dalla filosofia di cadere in pura metafisica – critica che la filosofia indirizza prima a una gran parte del proprio discorso. Uscirne implicherebbe una nuova riflessione sul linguaggio, nella sua doppia dimensione di parola e di lingua, sulla parola come aver luogo ed evento.
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